Vi sarà sicuramente capitato di sentire la frase “essere nel posto giusto al momento giusto”. Per ognuno le opportunità possono essere le più disparate, ma se dovessimo indicare un periodo e un luogo con precisione, allora bastano due coordinate: Natale in Liguria.
Sotto le feste natalizie tutta la Liguria si anima e, come d’incanto, si rivivono usanze storiche, si ammirano presepi meravigliosi e si gustano le ricette tipiche della cucina ligure. Il Natale è una delle feste più sentite in questa regione e, a ben vedere, ogni città diventa un piccolo gioiello. Non resta che conoscere quindi queste tradizioni da vicino.
LE USANZE STORICHE DELLA LIGURIA A NATALE
Camminando per le piazze e le vie dei borghi si respira la magia del Natale con gli immancabili mercatini. Bancarelle con prodotti tradizionali e artigianali o con specialità enogastronomiche, villaggi di Babbo Natale (come quello di Finale Ligure) per la gioia dei bambini e numerosi eventi animano il volto di ogni centro. Che ci si trovi vicino al mare o tra le alture, il brio di questo periodo si fa palpabile e si può gustare per strada. E lo stesso succede anche in casa, con numerose usanze curiose che vi stupiranno.
L’ALLORO: LA PIANTA DEL NATALE LIGURE
La prima sicuramente è quella relativa all’alloro. In Liguria, la pianta d’alloro è molto più comune rispetto all’abete e con una simbologia altrettanto importante. Le famiglie una volta mettevano al centro della casa un grande ramo d’alloro e decoravano modestamente le altre stanze.
Durante la Vigilia, lasciavano sul focolare un grosso ceppo d’ulivo o d’alloro che avrebbe continuato a bruciare fino all’Epifania. Un segno per propiziare il nuovo anno e purificare tanto la casa quanto i suoi abitanti. Ma l’alloro rimane il protagonista anche in pubblico con la cerimonia del Confeugo o Confuoco.
LA TRADIZIONE DEL CONFEUGO
Questa manifestazione culturale, documentata già nel XIV secolo e molto sentita a Genova e a Savona, si tiene tutti gli anni il sabato prima di Natale. Riprende un’antica tradizione della Repubblica di Genova in cui il popolo omaggiava con un segno di buon auspicio le massime autorità della Repubblica.
Il dono, un tronco d’alloro legato con nastri bianchi e rossi (i colori della bandiera genovese), veniva recato, in rappresentanza della popolazione, dall’Abate del popolo al Doge (l’antico signore della città). Il tronco veniva quindi bruciato per propiziare il futuro e i presenti cercavano di portarne a casa un tizzone come amuleto.
Oggi il tronco d’alloro viene portato al sindaco dal presidente della A Compagna, l’associazione che preserva la cultura e le tradizioni genovesi. L’incontro avviene davanti al Palazzo Ducale, con tanto di corteo di figuranti in costume storico e sbandieratori per le strade della città. La cerimonia, dopo lo scambio delle tradizionali battute in dialetto e degli auguri, si anima con il falò in piazza. È l’inizio delle festività natalizie liguri.
PICCOLI SIMBOLI DI PROSPERITÀ
Natale rende tutti più buoni. E cosa rende più felici di un piccolo regalo inaspettato?
In Liguria esiste un’usanza antichissima che racchiude quest’essenza in un simbolo di prosperità e benessere. I dinà da noxe, letteralmente “il denaro della noce”, erano e sono delle mance nei confronti dei propri dipendenti o di persone che svolgono un servizio utile oppure degli omaggi per i clienti più affezionati.
I dinà da noxe si chiamano così perché una volta erano quei soldi destinati a comprare delle noci, tradizionale frutto che non poteva mancare a Natale, simbolo di abbondanza e fecondità. Venivano donati da commercianti e negozianti come riconoscimento. Ai bambini che il giorno di Natale andavano in bottega a comprare del pane bianco venivano regalati dei torroncini, ad esempio.
Sulla tavola poi non mancavano le michette di pane bianco per i poveri, lo scopino d’erica benedetto durante la messa di mezzanotte, una manciata di sale e un mestolo forato (cassoa).
IL NATALE DELLA GENTE DI MARE
Tra le tradizioni liguri più magiche, però, ai primi posti troviamo il Natale Subacqueo di Tellaro, nel Golfo dei Poeti, vicino a Lerici. La scenografia è tra le più affascinanti con il piccolo borgo marinaro a picco sul mare, i caruggi illuminati dai lumini, i cori dei bambini. A mezzanotte della Vigilia, un gruppo di subacquei emerge dalla superficie del mare portando una conchiglia enorme. La conchiglia contiene la statua del Bambin Gesù donata alla comunità da papa Giovanni Paolo II.
Questa statuetta viene quindi portata in processione verso la chiesa Stella Maris. Migliaia di fiaccole la accompagnano per il tragitto, illuminando il borgo e la scogliera. La cerimonia della Natività si conclude con i fuochi d’artificio sul mare.
Anche San Terenzo, sempre vicino a Lerici, ma dalle parte opposta rispetto a Tellaro, viene celebrato il Natale Subacqueo con le stesse modalità. Un simbolo di gioia portato dalle onde del Golfo dei Poeti.
I PRESEPI: UNA TRADIZIONE LIGURE
Tra le usanze liguri natalizie più caratteristiche, come non citare i presepi! La tradizione presepiale, sorta agli inizi del 1600, si è talmente sviluppata da portare Genova, accanto a Napoli, sul podio dei centri più attivi nella creazione delle figure da presepe. La città conta almeno quattro rappresentazioni suggestive, tra cui spicca quella del Santuario di Nostra Signora Assunta di Carbonara, detto “La Madonnetta”. Questo presepe, con un centinaio di sculture lignee o in costume d’epoca (XVII-XVIII secolo), si inserisce in una Genova antica. Vi stupirete nel riconoscere facilmente molti caruggi e luoghi della città.
Per capire quanto sia artistica, creativa e radicata la tradizione presepiale in Liguria, merita una tappa Imperia. Qui il Museo del Presepe custodisce una preziosa collezione di statue originali di Anton Maria Maragliano, famoso scultore della scuola barocca genovese a cui una nobile famiglia commissionò un presepe che è una vera opera d’arte.
Ma è Manarola, spettacolare borgo delle Cinque Terre, a superare ogni aspettativa. Sulla collina delle Tre Croci, alle sue spalle, l’8 dicembre di ogni anno si accende il più grande presepe del mondo. Entrato nel Guinness dei primati nel 2007, il presepe di Manarola è stato creato con centinaia di sagome a grandezza naturale realizzate con materiali di recupero, migliaia di lampadine e parecchi chilometri di cavi elettrici. Per saperne di più, leggete I presepi più belli in Liguria.
LA CUCINA NATALIZIA IN LIGURIA
Il pranzo di Natale in Liguria, secondo la tradizione, richiedeva tempo. Intanto cominciava nel tardo pomeriggio ed era anticipato da una colazione lunga e abbondante. Oggi i tempi si sono accorciati, ma rimangono i sapori di una volta.
IL CENONE DI NATALE
La cucina natalizia ligure è ricca e semplice al tempo stesso. Il cenone è a base di pesce e di verdure. Potrete così assaggiare la gustosa zuppa a base di cavolo nero o il baccalà mantecato con le patate. Un’eco lontana della tradizione, quando ci si teneva leggeri per il giorno dopo con una tazza di brodo con cavoli bolliti, farinata e pane casereccio.
IL PRANZO DI NATALE
Nel pranzo di Natale invece è la carne a farla da padrone. Si comincia di solito con un antipasto a base di fugassa (focaccia genovese) o farinata e si prosegue con i natalini in brodo di cappone. Il cappone lesso usato per il brodo viene servito come secondo, aromatizzato con mostarda o salsa di noci. Alternativa ai natalini, i ravioli al tocco, con un ripieno molto ricco e un particolare sugo a base di carne, funghi, spezie, polpa di pomodoro e vino rosso. Se invece si preferisce il pesto, non mancheranno le lasagne o i croxetti al pesto (una pasta a forma di medaglione).
Come secondo, invece del cappone lesso, è facile trovare il cappone magro (una terrina di pesce bianco a strati con salsa verde, verdure e gallette). Ma la vera protagonista è la tacchinella alla storiona: un tacchino ricoperto di prosciutto, limone, foglie d’alloro cotto in brodo e servito con salsa verde genovese. Molto diffuso anche il coniglio alla genovese, cotto in padella con pomodori e patate.
Un piatto originariamente di recupero, ora divenuto gourmet, è la cima alla genovese: la carne di vitello viene farcita con vari ingredienti, tra cui uova, verdure, formaggio e animelle. Accompagnano il secondo gli stecchi fritti, un fritto misto di carne di vitella, funghi, carciofi e animelle infilzati su spiedini e impanati.
Il pranzo si conclude con il dolce tipico della Liguria, il pandolce. Di forma rotonda, farcito con frutta candita, tra cui la zucca, questo dolce ricorda il panettone, anche se è più basso e friabile. Nel sanremese viene chiamato anche “pan du bambin” e, nel giorno di Natale, si usava servirlo con un rametto d’alloro (“u çimello” in genovese) conficcato nel centro. Il più giovane della famiglia doveva togliere il rametto, mentre il più anziano doveva servirlo a tutti, tenendone da parte una fetta per i più poveri. Chiudono la carrellata di dolci tradizionali i canestrelli, il castagnaccio, i ravioli dolci, le bugie, gli anicini e il croccante di mandorle.