Liguria: la regione dal vino eroico

Il vino eroico ligure e le sue radici

 SEP  2023

Là dove i venti marini e quelli montani si rincorrono, nascono vini pregiati, frutto di una terra e di un lavoro tenaci. Stiamo parlando della Liguria, la regione del vino eroico.

Questa definizione piuttosto recente si riferisce a vini che possiedono caratteristiche uniche, riscontrabili solo in determinate condizioni e in luoghi specifici. L’unicità del gusto stimola la curiosità di molti visitatori, attratti dalla rarità del prodotto e dalla bellezza di un paesaggio sempre diverso. Scopriamo assieme il motivo.

LA LIGURIA: TERRA DI VINI E DI UOMINI TENACI

In eterna lotta con un territorio indomabile e ostile, i Liguri che si opposero ai Romani erano noti per la loro tempra. Ritroverete lo stesso spirito forte e concreto nei vignaioli che quotidianamente si impegnano ad addomesticare la natura ligure.

Le coste frastagliate, le scogliere a picco, le insenature e le baie, infatti, rendono il territorio lambito dal Mar Ligure tutto tranne che dolce. Eppure è proprio da questo terreno che nascono vini squisiti, ricercati e riconosciuti a livello internazionale. 

Si potrebbe rintracciarne la spiegazione nella lunga storia in cui matura il prezioso succo. L’origine del Cinque Terre DOC e del Cinque Terre Sciacchetrà DOC, ad esempio, risale addirittura all’epoca ellenica: probabilmente furono i Greci i primi a portare in Liguria alcune varietà di viti e alcune tecniche di produzione. Ancora oggi si parla di un metodo di coltivazione “alla greca”, in cui le vigne crescono a pergoletta bassa per resistere ai venti e alla salsedine, e i grappoli maturi vengono raccolti in ginocchio. Potete ben immaginare la fatica!

 

I TERRAZZAMENTI E I GRAPPOLI EROICI

La Liguria, con la sua conformazione a mezzaluna, può essere suddivisa in Riviera di Ponente e Riviera di Levante anche per quanto riguarda la produzione vitivinicola. La Riviera di Levante, in particolare, con il suo paesaggio dirupato e scosceso, presenta una viticoltura sviluppata su pendii rocciosi. I vigneti sono di piccole dimensioni, protetti e sorretti da muretti a secco (realizzati con pietre a incastro, senza malta cementizia o simili).

La terra coltivabile qui è scarsa, ma garantisce una produzione d’eccezione. Così, già a partire dal Medioevo, gli abitanti hanno trasformato con lavoro incessante il bosco costiero in ciàn (in dialetto piani, gradoni). I ciàn sono strisce di terra coltivabile sottratta alla pendenza e sorretta dai muretti a secco. Immaginando di mettere in fila questi muretti, o maixèi, la loro lunghezza complessiva è pari quasi a quella della Grande Muraglia cinese! E, come quest’ultima, anche i ciàn sono entrati a far parte del patrimonio mondiale dell’Unesco.

Il paesaggio antropizzato delle Cinque Terre accoglie quei vignaioli affettuosamente definiti “angeli matti” dal giornalista Luigi Veronelli. Questi viticoltori sono impegnati nella manutenzione dei muretti a secco e nella prevenzione delle frane. Inoltre, producono con dedizione e sacrificio ineffabile un vino estremo, che merita di essere chiamato “eroico”. Vediamo perché.

 

PERCHÉ LA LIGURIA È LA REGIONE DEL VINO EROICO

Nonostante il concetto di viticoltura eroica sia piuttosto recente (si comincia a parlarne nella stampa specializzata italiana all’inizio degli anni Cinquanta), le qualità “eroiche” rimangono vicine a quelle dei miti e delle leggende antiche.

Come degli eroi, i coltivatori compiono un’impresa di straordinario coraggio. Con sacrifici notevoli proteggono il bene comune (il paesaggio) e portano benessere (il vino). Produrre il vino diventa perciò, in determinate condizioni ambientali, un atto di eroismo e attaccamento alle radici. Uno sforzo riconosciuto anche dal Centro di ricerca, studi, salvaguardia, coordinamento e valorizzazione per la viticoltura montana (CERVIM) e tutelato dal decreto legislativo del 2020.

LE CARATTERISTICHE DEI VINI EROICI

Per essere eroici, i vigneti devono rispondere ad almeno uno dei quattro requisiti stabiliti dal CERVIM. L’organo internazionale, istituito nel 1987 con sede in Valle d’Aosta, ha il compito di promuovere e salvaguardare la viticoltura eroica. La vigna eroica, per essere tale, deve quindi:

  1. crescere su un terreno con una pendenza superiore al 30%;
  2. essere situata a un’altitudine media al di sopra dei 500 m sul livello del mare, ad eccezione dei vigneti situati su altopiano;
  3. sfruttare sistemi viticoli sviluppati su terrazzi e gradoni;
  4. essere posizionata su piccole isole (di massimo 250 km2).

Le condizioni orografiche liguri spesso impediscono la meccanizzazione, perciò i viticoltori lavorano ancora a mano. I vigneti inoltre sono di ridotte dimensioni e si trovano in aree geografiche soggette a rischio di dissesto idrogeologico, nonché ad alta valenza paesaggistica e turistica. Il disciplinare del 2020, che integra il Testo Unico del Vino del 2016, intende erogare dei contributi economici a supporto per interventi di “ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia”. Altri sono destinati per la “promozione e la pubblicità delle produzioni riconducibili alla ‘viticoltura eroica o storica’”.

 

LA VITICOLTURA EROICA IN LIGURIA

In Liguria ci sono oltre 2000 ettari di vigneti eroici in lotta costante contro le condizioni sfavorevoli del terreno. I vitigni sono di difficile accesso e devono sopravvivere alle calamità naturali e agli attacchi della fauna locale. 

Il lavoro viene facilitato in minima parte: per il trasporto dei grappoli eroici sulle pendenze più ripide, là dove una volta si caricavano le casse sulle spalle, ora si usano gerle a spalla, funicolari e monorotaie.

Questo tipo di viticoltura dimostra quanto tenacia e volontà di realizzare prodotti di alta qualità diano luogo a quello che molti definiscono “miracolo ligure”.

 

COSA BERE IN LIGURIA, LA REGIONE DEL VINO EROICO

Passiamo ora dalla storia ai fatti, anzi, ai calici.  Perciò, se avete in programma un viaggio nella Liguria di Ponente, assicuratevi di fare tappa ad Albenga, la città del vino, per assaporare un bicchiere di Pigato o Vermentino. Abbinateli a piatti a base di pesce, pansoti o trofie al pesto. Oppure, se preferite la carne rossa o la selvaggina, lasciatevi sorprendere dalle note corpose del Rossese

Sempre con piatti a base di pesce, specialmente se grigliato, o con piatti tipici liguri come la farinata, troverete ad attendervi la freschezza dell’Ormeasco. E scoprirete di piacevole freschezza anche la Bianchetta genovese o il Lumassina, che prende il nome dal piatto che accompagna meglio: le lumasse (lumache). Ottimo anche con i frisceu (frittelle di verdure), le verdure ripiene e la panissa.

Addentrandovi nella Liguria di Levante, seguite la Strada del Vino. Incontrerete il fruttato Ciliegiolo e lo Sciacchetrà, il nettare delle Cinque Terre. Questo passito è prodotto con uve Bosco, Albarola e Vermentino. Perfetto da abbinare a formaggi, pasticceria secca o da bere anche come vino “da meditazione”, lo Sciacchetrà è conosciuto in tutto il mondo, nonostante la limitata produzione sia complessa e il costo elevato. Le Cinque Terre (con i vigneti di Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore) danno origine anche all’omonimo bianco Cinque Terre DOC, prodotto con le stesse uve dello Sciacchetrà, solo non passite. 

 

E, se vorrete spingervi fino alla punta più orientale della regione, perché non terminare il percorso enogastronomico con il DOC Colli di Luni? Prenotate subito la vostra vacanza e lasciatevi coccolare dal comfort dei nostri residence.

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