Chi non ama una bella storia? Magari raccontata d’inverno, davanti al caminetto, proprio come si faceva un tempo?
Bene, mettetevi comodi allora, perché ora vi vogliamo raccontare le più belle leggende della Liguria!
Quasi ogni borgo ligure ha una sua leggenda da raccontare: storie in cui realtà e fantasia si mescolano, creando un racconto ricco di magie e suggestioni.
Noi ne abbiamo selezionate tre, una per ogni zona della Liguria.
Si parte dal Levante…
La leggenda del Polpo di Tellaro
È il 1660. Tellaro è un piccolo borgo di mare, costruito principalmente per difendere e proteggere i paesi dell’entroterra (ricchi per l’abbondante produzione di olio) dagli attacchi dei pirati.
A favorire la difesa, oltre alle rocce scoscese che circondano il borgo, c’è anche il campanile della chiesa San Giorgio, posto su un promontorio a picco sul mare.
Su questo campanile è sempre presente una vedetta, pronta a dare l’allarme in caso di pericolo.
È una notte di vento e di pioggia.
“Chi mai potrebbe mettersi in mare con questo tempaccio?” pensa la sentinella, decidendo quindi di concedersi un riposino.
Ovviamente, i Saraceni sono invece pronti ad attaccare.
La sentinella, dunque, dorme tranquilla mentre i pirati si avvicinano minacciosi.
Eppure le campane iniziano comunque a suonare, allertando tutto il paese!
Una volta sconfitti i Saraceni, la domanda che circola tra tutti gli abitanti è una sola: chi ha dato l’allarme?
Per scoprirlo salgono sul campanile, dove trovano un enorme polpo risalito dal mare per attaccarsi alla corda delle campane e salvare così il borgo!
La leggenda, che prende spunto da un evento realmente accaduto (l’attacco dei saraceni), rimane oggi una bellissima testimonianza del forte legame che unisce i borghi della Liguria con il proprio mare.
Ancora oggi, il simbolo di Tellaro è un polpo avviluppato intorno al campanile.
La Leggenda del Drago di San Fruttuoso
Quella del drago di San fruttuoso è probabilmente la leggenda ligure più famosa.
Gli elementi per renderla memorabili ci sono infatti tutti: santi, angeli e anche un drago!
Secondo questa leggenda, tantissimi anni fa la stupenda baia dove oggi sorge l’abbazia di San Fruttuoso venne scelta come dimora da un terribile drago.
Il mostro era così terribile e feroce da uccidere e divorare chiunque provasse a passare per quei luoghi incantati. Le barche iniziarono quindi a evitare la baia, che divenne sempre più isolata.
Un giorno, poco dopo la morte di San Fruttuoso, un angelo comparve davanti a Giustino e Procopio, due ex seguaci del martire.
L’angelo disse loro che gli avrebbe condotti in un luogo bellissimo, per costruire una chiesa in memoria del santo.
Accompagnati dall’angelo, i due amici giunsero nella baia abitata dal drago.
Iniziò allora una spaventosa battaglia tra il drago e il santo. Il drago, ferito dalla spada dell’angelo, alzò enormi cavalloni d’acqua ma, infine,venne sconfitto.
Così venne eretta la chiesa di San Fruttuoso: divenuta oggi una magnifica Abbazia conosciuta in tutto il mondo.
Secondo un’altra versione della leggenda, fu San Fruttuoso in persona a comparire in sogno ai suoi compagni. Il santo disse loro di cercare un luogo riconoscibile per tre segni: la presenza di un drago, di una fonte d’acqua e di una caverna.
Anche questa leggenda contiene un fondo di verità:
Sia la fonte d’acqua, sia la caverna sono elementi reali, presenti nella baia.
Inoltre, ai tempi di San Fruttuoso la gente credeva davvero che la baia fosse abitata da un drago! Tutta colpa dei marinai, che si erano inventati questa storia per tenere le altre navi lontane dalla preziosa fonte d’acqua presente nella baia.
Alassio e la leggenda di Adelasia
Dopo tutte queste storie di battaglie, draghi e pirati, passiamo ora a una leggenda ligure molto più dolce e romantica.
Stiamo parlando della leggenda legata alle origini di Alassio, cioè della storia di Adelasia e del suo sofferto amore per un umile coppiere.
Adelasia era la figlia di Ottone I di Sassonia, imperatore del Sacro Romano Impero. La fanciulla era follemente innamorata di Aleramo, un giovane coppiere di corte.
Il loro amore era però osteggiato da Ottone, che non approvava l’unione della figlia con un umile servo.
I due innamorati decisero allora di sposarsi di nascosto e di fuggire lontano.
Scapparono a lungo, finché non arrivarono in una piccola baia della costa ligure, ai tempi abitata solo da pochi pescatori.
Proprio lì decisero di fermarsi a vivere, conducendo un’esistenza umile ma felice.
Non preoccupatevi, però! Come ogni buona storia d’amore, anche questa ha il suo lieto fine.
Grazie alla mediazione del Vescovo di Albenga e al valore dimostrato in battaglia da Aleramo, Ottone decise di riappacificarsi con la coppia.
…E vissero tutti felici e contenti!
Anni dopo, nel luogo che i due innamorati avevano scelto come nido d’amore, sorse una città.
In onore della fanciulla, venne scelto il nome di Alaxia, divenuto nel tempo Alassio.